“La tragedia dell’essere umano è che cerca di compensare la scissione dal proprio sentire tentando di spiegare – scientificamente – il segreto della Vita. Più è lontano dai sentimenti, maggiore è l’infelicità e maggiore sembra essere la credenza che la conoscenza sia in-com-prensibile (irraggiungibile)…

… L’essere umano viene al mondo con l’aspettativa di essere portato in braccio e il riflesso di aggrapparsi del neonato (grasping reflex) ne è un indizio. Se questo profondo bisogno di essere portato addosso alla madre non viene riconosciuto, si turba in modo radicale il senso di appartenenza. Dall’osservazione dei mammiferi sappiamo quale terribile conseguenza abbia impedire il processo dell’imprinting, ovvero quel contatto multisensoriale pregnante tra madre e neonato subito dopo la nascita: essi non riconoscono più di appartenre l’uno all’altro.

Willi Maurer – tratto dal libro “La prima Ferita” –

Il Grasping Reflex  (riflesso di prensione palmare), è un riflesso comune di tutti i bambini appena nati e compare intorno al primo mese. Appartiene al campo dei riflessi neonatali, ed è uno dei tre riflessi prensili. Si tratta di una contrazione riflessa dei muscoli flessori, in sostanza il programma biologico e sensato creato, sviluppato e affinato da  Madre Natura per permettere da subito, ad ogni individuo che viene al Mondo, di acquisire il necessario ed importantissimo senso di Apparteneza che l’Essere Umano è chiamato ad integrare profondamente, al fine di generare lungo il suo individuale e unico cammino, relazioni con i suoi simili, sensibili, empatiche e all’occorrenza anche compassionevoli.

L’arrogante, per non dire feroce, approccio “Tecnologico alla Nascita” che caratterizza la maggior parte degli Stati cosiddetti Occidentali, è un vero e proprio ostacolo al programma biologico e sensato della gravidanza.

Di nuovo Maurer afferma:

“La tendenza all’abuso di potere da parte del personale medico e paramedico, assieme all’eventuale perdita dell’istinto naturale della Donna e della Coppia, rende possibili alla nascita interventi che non tengono conto delle reali esigenze della partoriente e del neonato e che ferisono la dignità umana. Con le procedure attuali nel periodo perinatale si decide – socialmente – che la nuova generazione sarà anch’essa separata dai suoi sentimenti originari.”

Un distacco prematuro e ripetuto nel tempo nei primi giorni e mesi di vita del Cucciolo Umano, compromettono biologicamente il contatto del branco, e psicologicamente i presupposti per la generazione di binari conflittuali (contenitori di memorie psichiche) che nella vita adulta coloreranno gli scenari all’interno delle relazioni intime e sociali della persona.

La quantità e la qualità dei primi contatti incideranno su tutte le esperienze che quel bambino/a sarà chiamato/a a vivere successivamente.

Questo vale anche per la Madre, che grazie alla forza ed espressione ormonale che si manifesta nella Donna durante il periodo della Gravidanza e quello subito dopo della Maternità,  sarà nella condizione di superare al meglio gli evenutali limiti derivanti dalle proprie carenze primarie, quel rapporto perverso tanto quanto paradossale che la psico-genealogia interpreta come “Rapporto di Credito e Debito d’Amore” trasmesso di generazione in generazione.

Da “adulti” quanto scritto sopra si manifesta in tutte quelle relazioni nate perchè spinte dal bisogno e non dal desiderio, da quella continua e perpetua ricerca di contatto e di appartenenza che è stata recisa e impedita nei primi giorni, settimane e mesi di Vita. Cerchiamo l’Altro per ri-conoscere Noi Stessi, invece di voler conoscere l’Altro offrendo Noi Stessi.

Ad oggi le Biologia e il modello delle 5 Leggi Biologiche scoperte dal Dott. Hamer, confermano quanto scritto sopra e  anche su questo punto sono una manifestazione sacra e scientifica.

La nostra nascita rappresenta per tutti noi la prima DHS, il proprio Big-Bang .

I primi mesi di Vita, così sensibili della nascita, influenzeranno intensamente tutta l’esistenza individuale e sociale.

I nostri programmi biologici sensati sono sì Individuali, ma per caratteristiche intrinseche alla nostra Natura, inevitabilmente anche Sociali.

Secondo Gerald Huther – Neurobiologo – le esperienze in Utero programmano la nostra memoria, e il legame madre-bambino nella sua simbiosi (totale nei primi 3-4 mesi di vita in grembo) genererà una specie di matrice cerebrale  che una volta consolidata sarà  le scatola nera contenente le informazioni delle esperienze vissute nel periodo pre-natale. Questa una volta diventati “Adulti” rappresenterà la base con cui l’Individuo costruira le sue reti relazionali.

Tutto questo è molto interessante, e attraverso una lettura psico-biologica di quanto esposto sino a questo momento, non solo va a confermare l’importanza di conoscere ciò che determina l’architettura delle nostre mappe biologiche, ma mi fa spostare l’attenzione anche al di fuori del singolo individuo, e notare come la nostra situazione sociale attuale sia la rappresentazione collettiva di una ricerca di contatto e appartenenza molto chiara ed evidente.

Questo lo voglio segnalare e condividere con te caro lettore offrendoti in conclusione una lista di conseguenze che inevitabilmente si esprimeranno se non si ritornerà a vivere non solo la gravidanza e il rapporto madre-bambino nel modo in cui Madre Natura ha stabilito essere il più efficace per Noi, e di cui il Grasping Reflex ne è un segno e simbolo più che evidente, ma l’intera Vita.

Lo farò attraverso le parole di Willi Maurer, prese in prestito dal sottoscritto dal libro con il medesimo titolo segnalato nella frase di apertura di questo articolo, integrandole con alcuni spunti contenuti nel modello delle 5 Leggi Biologiche che potrai approfondire cliccando sopra le parti evidenziate.

“I sentimenti rimossi e le esperienze dimenticate dei primi mesi di vita hanno conseguenze disastrose sul comportamento sociale dell’essere umano e si possono manifestare nei seguenti modi:

  • disturbi di relazione, Innamoramento invece di Amore;
  • abitudine a consumi eccessivi;
  • indebolimento del sistema immunitario come conseguenza da un lato della dignità umana ferita, dall’altro della mancata assunzione di colostro (il primo latte materno contenente anticorpi naturali) e della somministrazione di un’alimentazione artificiale;
  • tendenza a essere vittima di incidenti e catastrofi come conseguenza di una stima insufficiente del valore della vita;
  • mobilità come fuga dalla solitudine e dell’abbandono, che si fanno sentire nel momento presente;
  • sfruttamento, mentalità “rapace” che caratterizza molti manager, per compensare il senso di mancanza;
  • tendenze distruttive e autodistruttive (abuso di stupefacenti e farmaci, disturbi dell’alimentazione, tutti i tipi di comportamento compulsivo, vandalismo);
  • inquinamento ambientale ed esaurimento delle risorse come conseguenza dell’assenza di un rapporto con la Madre Terra;
  • razzismo come espressione del sentimento di essere stato trattato ingiustamente e privato dell’essenziale;
  • furti e imbrogli per compensare il senso di privazione;
  • comportamento sessuale distorto, pornografia e violenza sessuale come vendetta per essere stati rifiutati;
  • violenza, strutture di potere di stampo maschile, armamenti e strategie di dissuasione militare;
  • indifferenza verso i bisogni reali dei neonati: senso di sopraffazione, insofferenza e rabbia di fronte al loro pianto;
  • abuso di potere in sala parto da parte degli operatori medici e paramedici dissociati dalla loro propria esperienza di nascita, che in buona fede credono di agire secondo i dati scientifici più aggiornati e invece senza rendersene conto rendono l’imprinting impossibile; più che impossibile, non Bio-logico, logico per la Vita, aggiungo Io.
  • perdita dell’istinto naturale e dell’orientamento, tendenza a cercare sicurezza dei dogmi religiosi, politici, culturali o scientifici e in “ricette” per l’educazione.

Tutti questi disturbi possono essere ricondotti a un insieme di reazioni per essere stati trattati ingiustamente e per la mancata soddisfazione del bisogno fondamentale di appartenenza (mancanza di contatto fisico, carenza di accudimento, solitudine, dignità umana ferita).

 

Federico Franco