Apparentemente può sembrare un gioco di parole, e forse lo è, ma il quesito proposto in stile Shakespeariano nasce da una personale e recente riflessione che il sottoscritto ha elaborato in risposta ad una seire di eventi ultimamente vissuti, e non esagero, con profondità.

Nulla di filosofico, nulla di cerebrale, ma piuttosto di viscerale.

Sì perchè visceralmente di fronte agli urti della Vita, tutti Noi, nessun escluso, automaticamente RI-AGIAMO, ovvero RIPETIAMO, perchè RI-SENTIAMO, ed inevitabilmente RI-SPONDIAMO.

Gli esempi sono nel Cuore di tutti, basta soffermarsi a fine giornata e annotarsi su un Diario di Bordo (anche solo mentale) come abbiamo RI-AGITO, dinnanzi a situazioni, incontri, discussioni, insomma, in relazione agli altri vissuti ed esperiti nel nostro quotidiano, e soprattutto impattando tutto questo immediatamente (ovvero senza la mediazione mentale).

C’è chi tutto questo lo spiega utilizzando (a mio avviso erroneamente) il termine REAGIRE.

Effettivamente da un punto di vista etimologico, REAGIRE significa: agire in risposta ad un accadimento o ad un’azione altrui, o meglio, ciò che entra in gioco nel considerare questo concetto, fuori dalla sua accezione oggettiva di reazione chimica o biologica, è il difficile rapporto fra la componente istintiva e quella razionale dell’essere umano – un equilibrio la cui ponderazione varia da caso a caso, secondo l’opportunità di sferrare e promuovere l’azione in risposta ad accadimenti o azioni altrui, o invece di calibrare una riflessione.

In poche parole abbiamo la tendenza a ripetere schemi comportamentali, comunicativi, percettivi, che in parte rappresentano la Nostra Natura, ma in parte sono il frutto del Nostro Condizionamento, il risultato di anni di addestramento ferreo ricevuto, o per meglio dire, subito quando eravamo piccoli.

Da chi?

Dai due mammiferi che un bel giorno ci hanno concepito e poi da tutti quelli che abbiamo incontrato per tanti anni.

Allora se tutto questo è vero, se buona parte di tutto ciò che ci accade in ogni singolo istante della Nostra Vita, è spesso un RI-AGITO, una RIPETIZIONE, e se proprio si preferisce una REAZIONE, perchè non soffermarci un pò di più e, un passo alla volta, iniziare a RE-AGIRE, ovvero agire da RE?.

eh sì, hai capito bene, da RE.

Il RE agisce con fermezza, autorevolezza e nobiltà d’animo, e lo fa nel bene e nel male, perchè entrambi sono parti coopresenti di una qualsiasi azione manifesta, qualsiasi.

A quel punto l’esito della RE-AZIONE, l’azione del RE, non ha più alcuna importanza, perchè l’esito della sua manifestazione sarà giudicata apparentemente da chi la vive, ma in REaltà, da tutte le forze più alte che hanno concepito l’azione stessa.

Allora forse, le Nostre RE-AZIONI (azioni da RE), saranno più floride delle nostre comuni REAZIONI, ovvero RIPETIZIONI.

 

Federico Franco