Conflitto biologico = percepisco che nel mio ambiente qualcosa minaccia all’improvviso una funzione organica. In automatico, senza l’intervento della coscienza, il mio organismo reagirà, per garantirmi la sopravvivenza, per cercare una coerenza organica (omeostasi). Reagisco per sopravvivere!
Se ad esempio il “boccone” è troppo grosso produrrò più succhi gastrici per digerirlo. I conflitti biologici sono primitivi, agiscono in noi proprio come negli animali (sopravvivenza, protezione, territorio …).
Ripeto i conflitti biologici sono quegli eventi in cui è in pericolo la nostra vita, per cui urge trovare una soluzione rapida per salvarci la pelle.
Il cervello biologico mira a tenerci in vita il più a lungo possibile e per farlo userà le soluzioni che sono insite nelle memorie cellulari, che in passato si sono rivelate utili, quelle cioè sviluppate e maturate in milioni di anni di evoluzione.
L’evento deve essere acuto e drammatico (pericolo di vita) inaspettato (la nostra mente è presa in contropiede, in quanto non è preparata), e vissuto nell’isolamento (la persona è impietrita e non riesce a dire una sola parola, è costernata per questo si sente isolata) = DHS
Quindi è un conflitto acuto e improvviso, non è prevedibile, è uguale sia per gli umani che per gli animali, e genera cambiamenti e riadattamenti cerebrali e organici.
Conflitto psicologico = è mediato dalla coscienza, che mi aiuta a risolvere un malessere personale, mi aiuta a riflettere su quanto è accaduto per trovare una coerenza di senso.
Quindi è un conflitto lungo e prevedibile, ci lascia il tempo di adattarci, è vissuto solo dagli umani e non genera cambiamenti e riadattamenti cerebrali e organici.